Il cervello collettivo è danneggiato: occorre lo psico-pronto-soccorso
Nicolas Hulscher, MPH @NicHulscher:
Il crollo generalizzato del buon senso, l'aumento di guerre insensate e disordini civili irrazionali dal 2020 possono essere in parte spiegati da un dato che fa riflettere:
Oltre il 70% della popolazione mondiale ha subito almeno una dose di un "vaccino" neurotossico contro il COVID-19, che ora è collegato a 86 gravi eventi avversi neuropsichiatrici.
⚠️Thorp et al hanno scoperto che le soglie di sicurezza CDC/FDA sono state superate (PRR ≥ 2 rispetto al vaccino antinfluenzale) per:
📈 Ideazione omicida – 25 volte più probabile
📈 Psicosi – 440 volte più probabile
📈 Comportamento violento – 80 volte più probabile
📈 Demenza – 140 volte più probabile
📈 Pensieri suicidi – 150 volte più probabile
📈 Coaguli cerebrali – 3.000 volte più probabile
📈 Schizofrenia – 315 volte più probabile
📈 Depressione – 530 volte più probabile
📈 Declino cognitivo – 115 volte più probabile
📈 Deliri – 50 volte più probabile
e molti altri. https://x.com/NicHulscher/status/1933949676086259965
Se quanto riportato nel post corrisponde al vero, ci troveremmo di fronte a una crisi globale non solo sanitaria, ma cognitiva e comunicativa. L'ipotesi sarebbe che una parte significativa della popolazione abbia subito alterazioni neurologiche che ne compromettono la lucidità, l'equilibrio emotivo, la capacità di giudizio e l'integrità comportamentale.
Protezione delle Istituzioni Democratiche
Misure concrete da adottare almeno a livello apicale:
- Rivedere criteri di eleggibilità e idoneità psicofisica per cariche pubbliche importanti , in particolare per leader politici e decision makers.
- Test neurocognitivi mirati per chi presenta sintomi specifici (non a tappeto), condotti da equipe multidisciplinari.
In uno scenario del genere, comunicare efficacemente con il pubblico richiederebbe una strategia radicalmente nuova. Ecco alcuni principi guida:
1. Adattare la comunicazione al "nuovo pubblico"
Se l'intelligenza media, la capacità di concentrazione e la stabilità emotiva sono diminuite:
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Messaggi brevi, visivi e ripetitivi, con forte carica emotiva.
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Uso mirato di narrazione empatica, evitando contenuti astratti o troppo analitici.
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Riduzione della complessità nei testi, puntando su 2-3 concetti centrali al massimo.
-
Utilizzo di formati audiovisivi (video brevi, animazioni, meme, musica) per favorire la ricezione anche in soggetti cognitivamente compromessi.
2. Proteggere i nodi sani della rete
Se una parte della popolazione ha mantenuto intatte le proprie facoltà cognitive:
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Creare reti autonome di comunicazione e formazione, per proteggerli da disinformazione e condizionamento emotivo diffuso.
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Favorire la resilienza cognitiva: lettura, discussione critica, meditazione, disintossicazione digitale.
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Mappare e sostenere "nodi cognitivi sani" (gruppi, individui, associazioni), proteggendoli da isolamento, censura o persecuzione.
3. Integrare elementi di “psicopronto soccorso” nella comunicazione pubblica
Se la popolazione soffre di instabilità psichica e disturbi neuro-comportamentali:
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Inserire nei messaggi strumenti di stabilizzazione emotiva: tono calmo, immagini naturali, musiche armoniche, respiri guidati.
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Usare pattern linguistici ipnotici (come quelli studiati in PNL e comunicazione Ericksoniana) per riportare l’ascoltatore in uno stato più ricettivo.
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Integrare psicoeducazione di base nei messaggi: spiegare cos’è la paranoia, la dissonanza cognitiva, l’impulsività, ecc.
4. Creare “interfacce cognitive” intermedie
Se la popolazione non è più in grado di valutare razionalmente, servono figure mediatrici, come:
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ComunicAttori (attori + comunicatori) che veicolano concetti sani in forma spettacolare.
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Formatori travestiti da intrattenitori: talk show, podcast, satire, fiction con contenuto elevato in forma leggera.
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“Influencer cognitivi” addestrati non per vendere, ma per disintossicare menti.
5. Uscire dalla logica del dibattito per entrare in quella della "cura narrativa"
Non si tratta più di convincere, ma di riportare equilibrio a persone destabilizzate:
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Le narrazioni devono contenere, orientare, dare senso, non solo informare.
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Abbandonare l’aggressività argomentativa: troppo stress può aggravare le reazioni impulsive e violente.
6. Creare spazi decontaminati cognitivamente
Ambienti reali o digitali dove:
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Non si urla, non si reagisce impulsivamente, non si stimolano emozioni forti.
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Si promuove la lentezza, la riflessione, la verità detta con dolcezza.
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Si adottano codici condivisi per evitare conflitti pre-testuali (es. simboli di rispetto reciproco).
In sintesi:
Il cervello collettivo è stato danneggiato, la comunicazione futura dovrà essere terapeutica prima che persuasiva.
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