Speranza e Sileri indagati per omicidio colposo
Protocollo Tachipirina e vigile attesa causa dei morti Covid, ecco perché ho denunciato Speranza e la procura di Roma indaga per omicidio colposo
Gli ammalati di Covid morivano per la maggior parte perché non venivano curati nelle prime fasi sintomatiche della malattia e perché venivano lasciati in abbandono ad aspettare che la malattia progredisse, senza freni, per poi arrivare in ospedale gravissimi e che tutto questo avveniva su raccomandazione del Ministero della Salute
La verità si fa strada ed è normale. Così come è stata normale la menzogna veicolata a reti unificate, l’inganno collettivo che ha impedito la libertà del pensiero, il servilismo, o la corruzione, di chi doveva controllare i poteri e invece li ha assecondati, per pigrizia o malafede. Normale pure la discriminazione del dissenso e sarebbe diventata normale, se le cose non fossero cambiate, anche la violenza contro chi avesse preteso il rispetto della propria libertà. Normale, come banale. “La banalità del male”.
Non riesco a pensare al magnifico libro di Hannah Arendt sui complici dell’Olocausto senza avvertire una fitta d’angoscia che in tempo di pandemia era un dolore fisso, perché la propaganda imperversava e banalmente eravamo circondati dal male provocato da chi poteva e doveva ma non l’ha fatto, nel suo grande e nel suo piccolo, difendere la Libertà, che può essere solo di tutti. La menzogna però prima o poi viene smascherata ed è normale e banale, perché la menzogna non possiede le prove. Normale perché il popolo non è stupido. Normale perché, altrimenti, non ci sarebbe la civiltà. Normale perché nonostante le censure e i soprusi e i ricatti e le violenze c’è stato chi ha gridato ogni giorno, o fatto in silenzio qualcosa, contro la banalità del male, nel passato recente e in quello più lontano.
Per questo è normale che ora si indaghi per omicidio sul cosiddetto protocollo Tachipirina e vigile attesa. Quando scopri nel 2020, col mio lavoro di inchiesta poi confluito nei miei servizi a Fuori dal Coro, che gli ammalati di Covid morivano per la maggior parte perché non venivano curati nelle prime fasi sintomatiche della malattia e perché venivano lasciati in abbandono ad aspettare che la malattia progredisse, senza freni, per poi arrivare in ospedale gravissimi e che tutto questo avveniva su raccomandazione del Ministero della Salute, fu sconvolgente, ma lo scandalo che sarebbe dovuto scoppiare e fermare la strage non scoppiò nel senso che a nessun grande Direttore dei grandi giornali venne mai in mente di chiedere spiegazioni al Ministero e a nessun Procuratore venne in mente di aprire un’indagine e nessun terremoto politico ci fu in Parlamento. La censura fu feroce e oscurò e represse la circolazione delle idee e delle informazioni scientifiche, cioè i diritti di libertà delle persone, impedendo a chi avrebbe potuto sopravvivere di salvarsi: normale, banale ma ecco perché ho deciso di scrivere la denuncia depositata a dicembre alla procura di Roma contro il cosiddetto protocollo Tachipirina e Vigile attesa, che è stata firmata pure da tre parenti di vittime. Denuncia dai cui abbiamo saputo, l’altro ieri da La Verità, essere scaturiti sette fascicoli per omicidio colposo in sette procure d’Italia.
Ho denunciato alla magistratura quello che ho scoperto in questi anni di lavoro giornalistico, allegando tutti i documenti, 154 in tutto, comprese ovviamente le Linee Guida incriminate, venti servizi televisivi e altro materiale audio-video inedito e citando tutti i testimoni di questa vicenda che ho intervistato durante la pandemia, sperando di non aver dimenticato qualcuno. Cinque medici hanno accettato di svolgere una perizia su dieci casi clinici emblematici di vittime di “tachipirina e vigile attesa” e ne è scaturita una relazione peritale medica collegiale di 74 pagine in cui c’è scritto che la “vigile attesa è stata la causa determinante del meccanismo che ha portato ai decessi”. I medici sono Alessandro Capucci, Andrea Mangiagalli, Rosanna Chifari, Antonio Palma, Agostino Ciucci. Possiamo ora dire che quanto da loro scritto sia stato preso dalla magistratura sul serio, perché il pm di Roma Giorgio Orano ha deciso di aprire un fascicolo per ognuno dei dieci casi, nove dei quali fatali, analizzati nella perizia. Per sei di queste persone i parenti hanno messo a disposizione dei medici i dati dei loro cari e le informazioni ma non hanno denunciato e però la procura di Roma ha ritenuto che anche senza querela, proprio in virtù di quello che scrivono i periti, si debba comunque indagare. Andiamo avanti dunque. Dovrebbe essere normale, ora, che il fascicolo vada pure al Tribunale dei Ministri.
La denuncia è contro Roberto Speranza, Pierpaolo Sileri e gli ex vertici Aifa Palù, Mantoan e Magrini relativamente alle indicazioni sulla vigile attesa contenute e mantenute nelle circolari e nelle linee Guida nonostante le evidenze scientificamente valide dicessero il contrario. Abbiamo denunciato pure Attilio Fontana, perché disse espressamente ai medici lombardi di non andare a visitare a casa i sintomatici sapendo che non li avrebbe visitati nessuno e abbiamo denunciato pure l’ex presidente dell’Ordine dei Medici Filippo Anelli, che non ha come avrebbe dovuto richiamato i medici ai loro doveri. Anche i medici di base infatti nella denuncia sono ritenuti responsabili di queste morti: un medico non può applicare a occhi chiusi una circolare in astratto senza nemmeno visitare il paziente e soprattutto quando le linee guida appaiono palesemente contro la buona pratica clinica. Da quando in qua si lasciava malati in quelle condizioni, con febbre altissima, tosse eccetera per sette-dieci giorni senza terapie e in totale stato di abbandono?
Abbiamo presentato la denuncia a Roma perché abbiamo ritenuto che l’origine logico-temporale dei reati commessi dai medici, cioè non curare il paziente, siano state le linee guida, emesse appunto a Roma. Il pm della capitale tuttavia ritiene che siano competenti le procure che fanno capo al luogo di non-cura del paziente. Dunque, dove operano i medici di base. Dalle procure di Bologna Monza, Lecce Como Lecco, Torino e Ragusa la verità continuerà dunque la sua strada.
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