Deriva del sistema giudiziario: tolgono l'affido dei figli per farli vaccinare...
Vaccino Covid, a pagare il prezzo degli errori sono i minori: il Tribunale di Milano toglie l'affido al padre "no vax" e in appello anche alla madre, con assegnazione ai Servizi Sociali; e poi la medicalizzazione
Il Tribunale di Milano, sezione V° - 'famiglia, giudice Beatrice Secchi, ha tolto l'affido ad un padre in quanto si oppose alla vaccinazione per il Covid ai figli minori, e successivamente la Corte d'Appello, Sezione 5, ha tolto l'affido anche alla madre e assegnato ai servizi sociali, però inesistenti, a parziale riparazione dell'errore commesso rilevando l'inadeguatezza della disposizione ma non potendola stravolgere. E parte l'inopinata medicalizzazione del minore
18 Marzo 2025

Giustizia negata, giustizia morta
Nelle separazioni e con i Tribunali a pagare il prezzo degli errori sono i minori, come indica la storia di un padre che si oppose alla vaccinazione per il Covid, con la conseguenza che il Tribunale di Milano, sezione 9° competente per famiglia, minori e divorzi - gli tolse l'affido e condannò i figli a 3 dosi, e conseguentemente, depotenziando il ruolo del padre, allo sbando.
In particolare, il Collegio, composto dai Giudici Beatrice Secchi, presidente, Piera Gasparini e Rosa Muscio, ha tolto l'affido al padre di 2 minori di 13 e 16 anni in quanto si oppose alla somministrazione del vaccino Covid. Successivamente, circa 2 anni dopo, a seguito del ricorso del padre, la Corte d'Appello di Milano, Sezione 5, Giudice Tanara, ha proceduto a togliere l'affido del minore anche alla madre, assegnandolo ai servizi sociali. Decisione presa a parziale riparazione dell'errore commesso rilevando l'inadeguatezza della prima sentenza, non potendola però modificare a 180° assegnado l'affido esclusivo al padre, come da lui richiesto. L'assegnazione ai Servizi sociali però evidenzia subito varie problematiche.
La figlia, diventando nel frattempo maggiorenne, si era salvata in quanto trasferitasi dal padre.
Psicosi da Covid 19 e vaccini a mRNA
Sono incompatibilità di caratteri e vedute a portare due coniugi ad una separazione litigiosa. Sarebbe stata una storia come tante altre, se non fosse accaduta in piena psicosi da Covid 19.
Quando i tribunali toglievano i figli ai genitori separati "no-vax"
I fatti sono accaduti ad un affermato professionista separato, padre di due figli, un maschio e una femmina, che all’epoca dei fatti avevano 13 e 16 anni.
La vicenda si dipana sotto l’egida della 9° Sezione civile del Tribunale di Milano competente – appunto – per le questioni di Famiglia, divorzi e minori.
Primavera 2022, il Green Pass non serviva più, neanche per entrare nei locali chiusi e stavano inoltre emergendo una serie di studi di esperti di tutto il mondo che evidenziavano sempre più chiaramente gli effetti avversi e le gravi conseguenze per la salute causati dai vaccini Covid, in termini di miocarditi, pericarditi e una serie praticamente infinita di danni collaterali, anche indotti dall'abbassamento delle difese immunitarie, per non parlare poi degli ignoti effetti a medio e lungo termine. Inoltre, era emersa in modo chiaro l'incapacità dei vaccini Covid di impedire i contagi, come ammesso dalla stessa Pfizer.
In questa situazione, dopo che la ex aveva vaccinato per il Covid i figli con 2 dosi in assenza del consenso dell'ex coniuge, a metà marzo 2022, inopinatamente, il Tribunale di Milano, sezione Nona, decide di imporre la terza dose del figlio, di 13 anni, e a maggio anche della figlia di 16 anni.
La storia non è diversa da quella di tanti altri genitori separati, erroneamente appellati come "no vax", che all’epoca venivano banalmente etichettati e ferocemente stigmatizzati, in pratica puniti per la loro caparbia ostinazione a voler proteggere i figli utilizzando il senso critico. I media dell'epoca sono pieni di notizie che segnalano l'affidamento di minori al genitore pro vax.
E il padre ha il terrore che possa accadere qualcosa ai sui figli: tra le varie vittime, una delle prime, Camilla Canepa, morta a 18 anni dopo la prima dose del vaccino Covid AstraZeneca, con correlazione accertata.
E tutto questo a seguito della demenziale instaurazione del neo regime para nazista del "se non ti vaccini ti ammali e muori, lui, lei muore" di Mario Draghi.
Condannato a non essere padre, ma il conto lo paga il figlio
Il Collegio della 9° Sezione non ha voluto sentire ragioni. I giudici sono andati avanti senza considerare fatti e prove. La figlia, all’epoca sedicenne, aveva già subìto effetti avversi con la seconda dose di vaccino Covid e inoltre le sue analisi mostravano indicatori importanti con valori assai sballati. La specialista, un’immunologa, cui si era rivolto il padre, aveva richiesto specifici approfondimenti diagnostici paventando grossi rischi con la terza dose di siero, ma il tribunale aveva autonomamente ritenuto di non farli fare.
Il Tribunale di Milano ha scelto di decidere sulla base di una certificazione del medico di base della madre che pur non avendo mai incontrato la figlia e dunque senza averla mai visitata, dichiarava che poteva ricevere la terza dose del siero. Quindi il padre è stato stigmatizzato come "no-vax" e punito con la definitiva alienazione parentale a suo carico.
Il linguaggio burocratico non rende il senso dell’accaduto: in estrema sintesi, la 9° Sezione del Tribunale di Milano - Collegio composto dai Giudici: Dott.sse Beatrice Secchi (presidente), Piera Gasparini (giudice) e Rosa Muscio (giudice) – rilevata “la situazione di profondo conflitto e disaccordo fra le parti in ordine al completamento del ciclo vaccinale Anti Covid per i due minori ed in relazione alla scelta della scuola superiore per il minore” disponeva l’affidamento esclusivo di entrambi i figli alla madre, pro vax, rimettendo a lei in particolare ogni decisione di maggior interesse per quanto riguardava il più piccolo dei figli: in pratica tutte le scelte relative all’istruzione, all’educazione, alla salute, alla residenza.
Una condanna spietata che colpisce i figli e soprattutto ha precipitato il più piccolo, più vulnerabile, in un vero e proprio baratro. In questi anni in cui la 9° sezione del Tribunale di Milano ha abbandonato il minore alle "cure" della madre eliminando quelle del padre, impedendogli di fatto anche di stargli vicino, seguirlo e indirizzarlo, lui ha iniziato a bere, a fumare non solo tabacco, a frequentare giri discutibili. A scuola un crollo dei risultati e del comportamento, con assenze e ritardi come prassi, situazione che rischia di minare irrimediabilmente il suo futuro.
Al peggio non c'è mai fine: la decisione della Corte d'Appello di assegnare il minore ai Servizi Sociali e la medicalizzazione non autorizzata da parte della madre e della Uonpia - IRCCS Milano
Il padre ha ovviamente presentato appello confidando nella giustizia e richiedendo l'affido esclusivo del figlio con collocazione del minore presso di lui, dove vive con la figlia (che nel frattempo è diventata maggiorenne e si è trasferita - guarda caso - a vivere con lui).
La Corte d'Appello di Milano - Sezione 5°, presidente la Dott.ssa Paola Tanara - non potendo stravolgere la sentenza di I° grado, ha quindi deciso di togliere l'affido del minore anche alla madre, affidando l'oramai sedicenne ai servizi sociali, e collocandolo, purtroppo, sempre presso la madre.
Quindi sempre fuori dall'orbita del padre, unico soggetto che poteva far cambiare direzione di marcia al figlio, come fatto per la figlia, che adesso vive con lui in un felice, sereno e costruttivo nucleo familiare, insieme al fratello del padre, coetaneo di lei.
Una situazione assurda e non gestita dai Servizi Sociali (soggetti diversi da quelli coinvolti in primo grado), nonostante siano affidatari del minore. Un vuoto "familiare" e "organizzativo" che ha consentito alla madre in totale autonomia di arrivare a medicalizzare il minore per presunta, minima insonnia, facendosi prescrivere da una psichiatra della Uonpia del Policlinico di Milano - IRCCS - dei medicinali per farlo dormire, con gravi effetti avversi e 96 ore di "strascico", con la conseguenza che le assenze a scuola sono a arrivate a 3 a settimana (3 su 5 giorni). Il tutto, nella totale assenza di condivisione con il padre e con i Servizi Sociali.
E' stato chiesto l'intervento della Dottoressa Cristiana Benetti Alessandrini, Direttore Area Territorialità e Sistema
Integrato di Accesso ai Servizi Sociali del Comune Milano, e di Giuseppe Donnici, Responsabile della zona 1 di Milano, ma nessun riscontro è stato ottenuto.
Un muro di gomma e un silenzio assordante. Anche nonostante la diffida del legale del padre, al quale nessuno ha mai dato riscontro.
Oggetto: DIFFIDA DAL PROSEGUIMENTO DELLA SOMMINISTRAZIONE DELL'ATARAX - TERAPIA NON AUTORIZZATA R: R: R: Certificato aggiornato insonnia
Buon giorno dott.ssa xxx,
In nome e per conto del dott. xxx La diffido unitamente alla sig.ra xxx prima di tutti ed anche ai delegati dei Servizi Sociali di Milano dal proseguire la somministrazione al minorenne xxx del medicinale ATARAX il quale ha i seguenti effetti collaterali dei quali nessuno è stato edotto : “AGGRESSIONE, DEPRESSIONE, tic, alterazione del tono muscolare o nervoso, alterazione della sensibilità, Sonnolenza, Affaticamento, Mal di testa,Sedazione, Nausea,Astenia,Malessere, febbre,Capogiro, INSONNIA,TREMORE, AGITAZIONE, CONFUSIONE,DISTURBO DELL'ATTENZIONE, Vertigini, TACHICARDIA,CONVULSIONI, NERVOSISMO, disorientamento, ALLUCINAZIONI, Difficoltà a coordinare i movimenti, Ipotensione,Shock anafilattico,Broncospasmo, Edema angioneurotico,Sincope,Necrolisi epidermica tossica, PROBLEMI DEL RITMO DEL CUORE, EPATITE, Peso aumentato.”
Poiché né i Servizi Sociali né il padre del ragazzo minorenne hanno mai espresso alcun consenso informato per l’esecuzione di tale terapia, nell’eventualità che *** dovesse avere gli effetti collaterali sopra descritti verrà denunciata per Lesioni personali colpose (art. 590 c.p.), se il paziente ha subito danni evitabili; Violenza privata (art. 610 c.p.), se il medico ha agito senza consenso consapevole.
Risulta piuttosto azzardato somministrare un farmaco che possa avere come effetti collaterali DISTURBO DELL'ATTENZIONE- AGGRESSIONE, DEPRESSIONE- INSONNIA, NERVOSISMO ad un ragazzo come xxx al quale è stata diagnosticata la sindrome dell’ADHD la quale potrebbe essere aggravata da tale farmaco.
Ove poi gli ultimi 4 giorni di assenza alla frequentazione delle lezioni scolastiche siano riconducibili alla assunzione dell’Atarax da parte di xxx si potrebbe configurare un ulteriore danno alla persona di xxx.
La pratica della Medicina farmacologica Repressiva dovrebbe essere un rimedio estremo per i giovani dopo aver cercato di comprendere le cause dei loro disagi e sperimentato soluzioni alternative senza cercare di reprimere i sintomi con farmaci sedanti.
Sicuro che possa comprendere l’illiceità della somministrazione dell’ATARAX al minorenne xxx senso aver acquisito il consenso scritto dei Servizi Sociale affidatari e del padre dott. xxx La invito nuovamente a sospendere la somministrazione di tale farmaco al fine di evitare di dover procedere, mio malgrado, nel mandato ricevuto di agire giudizialmente nei Suoi confronti.
Cordiali saluti
Avv. Giuseppe Filippo Geraci
E' stato avviato un ricorso al giudice tutelare, con udienza prevista a metà Aprile.
Chissà come finirà questa assurda vicenda, che evidenzia un sistema diabolico, caratterizzato da attori in ruoli sbagliati e procedure burocratiche e inefficaci, il cui effetto congiunto è solo quello di un grave danno per la società e la famiglia, e, in primis, per i minori.
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